“Voglio stare da solo”

“Voglio stare da solo”

“Sto meglio senza di te”

“Fai come ti pare a me non importa”

“Vai via”

Quante volte abbiamo detto o ci siamo sentiti dire queste frasi nella relazioni importanti?

In psicologia queste sono affermazioni tipiche di una persona con uno stile di attaccamento e relazionale di tipo evitante.

L’adulto evitante era un bambino che ha imparato ben presto a rinunciare al sacrosanto diritto di richiedere vicinanza e accudimento. Le sue figure di riferimento infatti non erano disponibili, forse impegnate in altro…un fratellino o una sorellina più piccoli? Un problema di lavoro? una crisi di coppia?

Ecco che allora già da molto piccolo ha imparato a “congelarsi” , anestetizzare i suoi bisogni e le sue emozioni per sopravvivere. Questo vissuto di chiusura, scambiato spesso per autonomia e indipendenza, gli hanno suscitato ammirazione e approvazione dallo stesso contesto familiare.

Il “voglio stare da solo”, pronunciato nelle relazioni adulte importanti, nasconde proprio la paura di rivivere ancora un desiderio di unione frustrato. L’altro può apparire anche per banali motivi come un nemico, minaccioso, trascurante, deludente… qualcuno da cui tenersi lontano.

Dietro una persona con un atteggiamento evitante si nasconde un bambino terrorizzato all’idea di essere ferito ancora; il suo bisogno di amore rischia cosi di rimanere insoddisfatto se non si spezza la dinamica antica.

In psicoterapia è possibile lavorare su questi blocchi e questa dinamiche interiori, dare voce alle proprie emozioni, e costruire nuovi modi di relazionarsi.

Può essere utile sia per coloro che sperimentano in prima persona questi vissuti, sia per coloro che si relazionano con un partner con queste caratteristiche.

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