Accontentarsi in amore?

Accontentarsi in amore? E’ davvero la strada giusta?

Qualche giorno fa in terapia con una paziente abbiamo affrontato un tema molto delicato: la disillusione amorosa, quel momento in cui realizzi che la storia che stai vivendo non è davvero nutriente per te, e che la persona che hai accanto è diversa da come la immaginavi.

A ciascuno di noi è capitata almeno una volta un’esperienza simile…chissà forse tu la stai vivendo mentre leggi questo articolo.

Abbiamo scelto una canzone,  “Amore di plastica” di Carmen Consoli per sottolineare gli aspetti più importanti di questo momento evolutivo tanto complesso, che ripropongo di seguito, e che affronta in modo diretto l’argomento di questo post:

accontentarsi in amore funziona?

Non sei per nulla obbligato a comprendermi
Quasi non sento il bisogno d’insistere

La canzone si apre con queste parole, che simboleggiano la “presa di coscienza”…quando acquisisco l’amara consapevolezza del rapporto che vivo, dell’ inefficacia delle strade che ho tentato per recuperare la situazione, subentra un’amarezza che si associa ad uno stato di “ritiro”, per cui non sento più nemmeno il bisogno di aggiungere altre parole con il partner…di investire ancora…

Nella solitudine dei miei pensieri però, quasi sempre tornano a farsi strada le emozioni non ancora elaborate, la rabbia, la frustrazione, e ricominciano a frullare tante domande che a volte tengo per me, a volte continuo a rivolgere all’altro…

Ti sei mai chiesto se onesto era illudermi?

Siamo nel vortice delle emozioni, sia che l’altro ci abbia volutamente mentito, sia che le cose siano cambiate col tempo, la sensazione è quella di essere stati traditi, ingannati, che ci abbia rubato tempo e vita.

“Ricorda tu sei quello che non c’è quando io piango,

e tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno”

A chi lo stiamo ricordando? forse a noi stessi più che all’altro…

Quando il sentimento ci riporta a navigare in acque ambigue, o a voler sperare ancora in un miracolo di riconciliazione, abbiamo bisogno di un’ancòra che ci inchiodi alla realtà, seppure dolorosa, di un partner assente, verso le nostre emozioni, i nostri momenti difficili, o semplicemente nella quotidianità…sia essa un compleanno, o un qualsiasi altro momento in cui avremmo voluto sentire la sua presenza.

La canzone si chiude con una riflessione amara e dolorosa, a metà strada tra un’autocoscienza e una dichiarazione al partner:

ma come posso dare l’anima e riuscire a credere 

che tutto sia più o meno facile quando è impossibile?

volevo essere più forte di ogni tua perplessità

Quante volte abbiamo pensato che il nostro amore, il nostro impegno, bastasse per due?

Ma purtroppo, e anche per fortuna, le relazioni che funzionano sono quelle nelle quali entrambi decidono di mettersi in gioco sul serio…sporcarsi le mani ciascuno nel proprio fango e nella propria ombra, senza sovraccaricare l’altro…essere disposti a guardare in faccia alle proprie fragilità e ai propri errori senza nasconderli o giustificarli a tutti i costi, essere pronti a “riparare” le ferite che abbiamo aperto.

Molto spesso, quando si arriva a questo punto, questa consapevolezza è diventata un’acquisizione irrinunciabile.

E allora, caro amico/a, mi auguro che tu possa dire a te stesso

Io non “VOGLIO” accontentarmi di un amore…di plastica!

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