“Sei una molletta?”
È questa la domanda che faccio spesso in terapia quando le persone si lamentano di vivere relazioni poco definite…e di essere “tenute in sospeso” da qualcuno.
Ciè che fatichiamo a comprendere ed accettare è che nessuno ci obbliga a restare in situazioni tossiche, nocive, o che comunque ci provocano sofferenza.
Spesso abdichiamo totalmente al nostro potere personale, attribuendo la responsabilità del nostro malessere all’ altro.
“Ma lui…ma lei…”
Fino a quando non siamo disposti a rivolgere il faro dell attenzione su noi stessi, siamo CO-RESPONSABILI di ciò che ci fa male.
Accettando di lavorare su di sé e sulle proprie dinamiche disfunzionali invece, ci si accorge che no,non siamo mollette, e se vogliamo possiamo staccarci da quel filo!