Storia di una madre

“Valentina vengo qua da te solo perché c’ho sta dannata ansia addosso e non riesco a stare ferma”.

Questo è stato l incipit di E., una giovane donna di 33 anni, e questa è stata la bugia che si è raccontata per diverso tempo.

Una storia familiare difficile la sua, cresciuta con una sorella maggiore malata, e investita ben presto del ruolo di salvatrice della famiglia intera.
L’unico ruolo che le permetteva di essere vista, di esistere, un ruolo che a lei è sembrato “normale” per anni…”i miei hanno bisogno di me, del mio aiuto…ci devo essere”.
Le sue relazioni un totale disastro: uomini “volutamente” sbagliati, incontri di poco valore e la sua ferma convinzione: “io non voglio figli, non voglio sposarmi, non voglio nessuna di quelle cose che di solito cominciano a volere le persone della mia età”.

Ma la vita le aveva fatto incontrare M., e questo bel castello di bugie non reggeva più.

Con lui riusciva a toccare corde così intime e profonde, che era impossibile far finta di niente.
Ma non era pronta a vivere tutto questo, non era pronta a smontare il suo copione di vita…e soprattutto non era pronta a “tradire” la sua famiglia.
E allora giù a demolire M., trovando in lui milioni di difetti, creando occasioni di scontro, con l unico inconscio scopo di allontanarlo, e allontanare insieme a lui i suoi sogni ribelli.
La rabbia è stata la chiave di volta della sua storia: una rabbia che ha coinvolto anche il nostro setting terapeutico e che ha diretto più volte contro di me, perche “‘internamente” sapeva che con me la sua parte più intima prendeva corpo…la parte che lei aveva messo a tacere tutta una vita.

Eppure, era proprio per quello che era venuta in terapia, anche se ancora non lo sapeva…

Il lavoro con lei è stato molto intenso, e quando finalmente le sue difese si sono abbassate, insieme alla sua rabbia sono emersi il suo dolore e la sua frustrazione.
E. non poteva desiderare, i suoi genitori contavano su di lei e lei non poteva abbandonarli…l’unica cosa che poteva fare era mentire a se stessa raccontandosi di non desiderare una vita sentimentale e familiare, ma solo perche “non le era concesso” averla.
Questo era il messaggio che aveva inconsciamente respirato da quando era bambina,
questa era l indicazione implicita alla quale aveva obbedito, e dalla quale si era fatta ingabbiare.
Questa l origine della sua ansia, della sua rabbia, delle sue relazioni passatempo…una totale anestesia dei suoi bisogni più profondi.

Un anno fa E. e M. hanno preso casa insieme…questa mattina è nato Leonardo.

“Valentina, sono una mamma al settimo cielo”

Lo sono anch’ io per te ♡

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